SEO e intelligenza artificiale: Google punta tutto sulla qualità dei contenuti. Meno quantità, più valore

Massimiliano Riverso
7 Min Read

Gli ultimi update degli algoritmi e l’introduzione di Google AI Mode hanno confermato la direzione già scelta da tempo da Mountain View: la qualità dei contenuti è il nuovo parametro dominante. Google sta rendendo sempre più severi i suoi criteri di valutazione dei contenuti, privilegiando la qualità rispetto alla quantità. L’obiettivo è ridurre la visibilità di pagine che occupano spazio nei risultati di ricerca senza essere realmente utili all’utente. In pratica, oscurare i contenuti spazzatura che stanno infestando la Serp di Google.

Quali sono le pratiche penalizzate da Google?

Sono tre le strategie che Google non tollera più, pratiche e tecniche che compromettono il posizionamento SEO e portano inevitabilmente alla perdita di visibilità di qualsiasi progetto.

  1. Contenuti duplicati
    Google penalizza le pagine che duplicano i testi già presenti sul web, anche parzialmente. I nuovi algoritmi privilegiano le fonti originali, considerandole più autorevoli e utili. I siti che si limitano a copiare o riscrivere testi altrui senza valore aggiunto rischiano di perdere posizioni in modo permanente. Se siete esperti di uno specifico settore non limitatevi a rielaborare i contenuti dei vostri competitors, state perdendo tempo. Sfruttate il vostro know how per creare degli articoli in grado di rispondere perfettamente alle richieste degli utenti.
  2. Content Farms
    Le cosiddette content farms, ogni giorno ne escono delle nuove, producono articoli in quantità industriale con l’unico scopo di attrarre traffico, generare click dai programmi di affiliazione e fare link building di bassa qualità. Questo modello non rispetta più gli standard di Google, che ora riconosce la produzione seriale e automatizzata di testi privi di approfondimento o competenza.
  3. Generazione massiva con AI senza valore reale
    Anche i contenuti creati tramite intelligenza artificiale sono penalizzati se pubblicati senza il minimo controllo umano. Google non sanziona l’uso dell’IA in sé, ma l’assenza di revisione dei testi, verifica delle fonti e coerenza informativa rende inutile il tempo trascorso su ChatGpt & Co.. L’intervento umano, dalla classica revisione editoriale passando per l’umanizzazione dei testi e il fact checking, resta determinante per garantire l’affidabilità e la pertinenza dei testi.

L’uso dell’intelligenza artificiale nel copywriting non è assolutamente vietato, ma deve restare sempre sotto controllo umano. L’IA può accelerare il processo di produzione, ma solo il sapiente intervento a livello editoriale assicura precisione, contestualizzazione e valore informativo dei pezzi. L’IA è uno strumento che è in grado di potenziare il valore assoluto dei nostri contenuti, ma dobbiamo fornire noi la materia prima per rendere il prodotto finale rilevante e utile per i nostri lettori”.

Quali sono le pratiche premiate da Google?

Google valorizza il lavoro compiuto da copywriters e SEO che forniscono contenuti originali, affidabili, distintivi e supportati da dati. Ogni informazione pubblicata deve avere un’utilità concreta per l’utente, e ogni contenuto deve mostrare un punto di vista autentico, coerente con le competenze dell’autore o dell’azienda. Se il tuo obiettivo è rendere visibile il tuo quotidiano, i servizi della tua azienda, i prodotti

Per essere premiato da Google devi rispettare come un mantra questi tre punti:

  1. Risposte utili e chiare
    L’algoritmo valorizza le pagine che rispondono in modo diretto e preciso alle domande degli utenti. Le spiegazioni precise e esaustive, i dati verificabili e la capacità di semplificare argomenti complessi sono segnali di qualità premiati con un miglior posizionamento nella Serp di Google. “Scrivete sempre mettendovi nei panni di chi legge, offrendo risposte alle domande che un lettore o un cliente potrebbe porsi”.
  2. Contenuti originali e pertinenti
    Google favorisce i testi che propongono analisi, prospettive o informazioni nuove. L’originalità non riguarda solo la forma con cui proponiamo i contenuti, ma anche l’approccio e l’intento: i siti che si occupano di temi specifici con competenza e un punto di vista proprio si distinguono dalle copie seriali presenti sul web. “Non seguite i modelli dei competitor famosi, ma sviluppate un linguaggio unico che rispecchi il vostro marchio e attragga in modo autentico”.
  3. Esperienza autentica per l’utente
    L’autenticità di un contenuto si misura nella percezione di affidabilità, trasparenza e professionalità. Pagine ben strutturate (anche a livello di codice), con navigazione chiara, fonti dichiarate e tono coerente con la propria identità editoriale, trasmettono fiducia e fidelizzano il visitatore, elementi che Google posiziona tra i più importanti nei suoi indecifrabili ranking.

L’IA cambia le abitudini di ricerca, ma Google mantiene il controllo

Secondo un recente studio condotto da Ahrefs, il 63% dei siti web riceve già parte del proprio traffico grazie a strumenti o piattaforme basate su intelligenza artificiale. In pratica, molti utenti non accedono più ai siti solo tramite la ricerca tradizionale di Google, ma anche attraverso assistenti conversazionali (ChatGPT, Copilot, Gemini, ecc.), motori di ricerca con risposte sintetiche (AI Overviews, Bing Chat) e sistemi di raccomandazione automatica integrati in app e social network. Ciò significa che una quota crescente di visitatori arriva ai siti dopo aver interagito con un sistema IA, che seleziona e presenta i contenuti più pertinenti.

Nonostante questa frammentazione, Google mantiene un dominio assoluto: il traffico proveniente dalle sue pagine è 345 volte superiore rispetto a quello generato da qualsiasi altra piattaforma basata su IA. In altre parole, anche se stanno nascendo nuovi canali di accesso alle informazioni, la quasi totalità del traffico web globale passa ancora attraverso Google. Questo dato sottolinea che, per quanto i sistemi di intelligenza artificiale stiano cambiando il modo di cercare e consumare contenuti, Google resta la liaçon tra l’utente e i siti web.

La conclusione è chiara: l’ottimizzazione per Google rimane essenziale. Anche nell’era dell’intelligenza artificiale, i siti che desiderano essere visibili devono mantenere una solida strategia SEO tradizionale (ottimizzazione tecnica, link building, qualità dei contenuti); adattare i propri contenuti per essere riconosciuti e citati anche dai sistemi IA (chiarezza, dati verificabili, autorevolezza).

Leggi anche: Authority IA e SEO: come restare visibili in questa nuova era

Testo a cura di Massimiliano Riverso – CEO Tetogo Srl
In collaborazione con Publisuites Italia & BarrioLink Barcelona

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